Il Tenecteplase migliora la disfunzione ventricolare destra nell’embolia polmonare. di Alessandro Carbonaro, MD Cardiologia Catania
Lo studio TIPES (Tenecteplase Italian Pulmonary Embolism Study) è, ad oggi, il primo studio clinico randomizzato il cui primario obiettivo è stato di testare l’efficacia del Tenecteplase (TNK) nei pazienti con embolia polmonare acuta, disfunzione del ventricolo destro (RVD) ed emodinamica stabile.
Le caratteristiche dello studio riguardavano pazienti con embolia polmonare certa, esordio dei sintomi entro 10 giorni, pressione arteriosa sistolica > 100 mm Hg, RVD all’ecocardiogramma (“the right/left ventricle end-diastolic dimension ratio >1 in the apical 4-chamber view and/or >0.7 in parasternal long axis, both in the absence of right ventricle hypertrophy”).
I pazienti sono stati arruolati al trattamento con placebo o con tenecteplase (bolo in 5”, dose tra 30 mg e 50 mg, con step di 5 mg ogni 10 kg da un peso <60 kg a un peso >90 kg). I soggetti studiati erano stati 58, 28 dei quali inseriti nel braccio Tenecteplase e 30 in quello placebo. Ai pazienti di entrambi i bracci è stata somministrata l’eparina non frazionata, al dosaggio di 80 UI/kg – max 5000 UI – in bolo subito seguito dall’ infusione di 18 UI/kg/h.
L’obiettivo primario dello studio era rappresentato dalla riduzione della disfunzione ventricolare dx ( RVD ) a 24 h dalla randomizzazione.
Le dimensioni del ventricolo destro, ugualmente dilatato nei due gruppi, si ridussero in modo significativamente maggiore col Tenecteplase rispetto al placebo, vantaggio che si esprimeva netto a 24 ore per poi ridursi al controllo a 7 giorni.


Per quanto concerne gli eventi a 30 giorni, tre pazienti ebbero sanguinamenti maggiori ma nessuno dei questi fatali (nel gruppo TNK: un’emorragia cerebrale avvenuta a 5 giorni con completa regressione degli esiti neurologici a 6 mesi, un’emorragia gastrica a 12 ore dal TNK, in un paziente poi risultato neoplastico; nel gruppo placebo, un ematoma intra-addominale in sesta giornata che ha richiesto trasfusioni multiple).
Quattordici pazienti hanno avuto sanguinamenti minori e tredici di questi appartenevano al gruppo TNK.
Il dato che possiamo apprezzare è che il trombolitico Tenecteplase è stato in grado di ridurre in maniera significativa il sovraccarico pressorio al ventricolo destro, e che sicuramente questo potrebbe tradursi in un reale beneficio nella prognosi a distanza di questi pazienti. E se è vero che la la RVD predice un outcome peggiore per il paziente con embolia polmonare pur emodinamicamente stabile, questi dati possono essere un buon viatico per futuri studi, tra i quali lo studio PEITHO, attualmente in corso in varie nazioni europee.
Godiamoci questi dati nell’attesa che il TNK possa avere l’indicazione al trattamento per l’embolia polmonare. Ad oggi andiamo avanti con l’rt-PA, come da Linea Guida.
Alessandro Carbonaro, cardiologo, UO Cardiologia – Ospedale Ferrarotto – Catania ha commentato: Becattini C. et al. Bolus tenecteplase for right ventricle dysfunction in hemodynamically stable patients with pulmonary embolism, Thromb Res (2009), doi:10.1016/j.thromres.2009.09.017
(Dedicated to the Wise-Man R.SJV)

Bertolt Brecht
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