2008 - AHRQ - PREVENZIONE DELLA MALATTIA TROMBOEMBOLICA - GUIDE FOR PREVENTING VTE

I pazienti a rischio sono quelli con: età > 50 a, malattie mieloproliferative, disidratazione, scompenso cardiaco, neoplasie attive, terapia ormonale, interventi chirurgici, pregressa MTE, disturbi della motilità, malattia infiammatoria intestinale, malattia reumatica attiva, anemia falciforme, cateteri venosi centrali, pneumopatia cronica o acuta, obesità, stato trombofilico noto, stasi venosa cronica/varici, recente gravidanza con immobilità postpartum, sindrome nefrotica, infarto del miocardio.

Le controindicazioni assolute sono veramente poche (emorragia attiva, trauma severo cranico o midollare con emorragia nelle 4 settimane precedenti) e tra quelle relative troviamo emorragia intracranica nell’ultimo anno, interventi chirurgici oculari o di NHC nelle 2 settimane precedenti, emorragie gastrointestinali o genitourinarie nel mese precedente, trombocitopenia, epatopatia avanzazta, tumori intracranici, emergenze ipertensive e preoccupazioni di sanguinamento prost-operatorio.

 

La AHRQ pubblica sul proprio sito questa nuova linea guida dal titolo "Preventing Hospital-Acquired Venous Thromboembolism". Il documento di 60 pagine vuole essere un ausilio per gli ospedali  e per noi per migliorare la qualità e programmare strategie preventive. 

L’elevata prevalenza di malattia tromboembolica, scrive l'organismo americano Agency for Healthcare Research and Quality, dipende in grande parte dalla sottoutilizzazione di misure profilattiche semplici, economiche e efficaci. In una loro indagine solo il 42% dei pazienti con diagnosi di MTE durante il ricovero stava seguendo una profilassi.